lunedì 22 agosto 2016

Requiem profano - Tre canti per la fine del mondo


Gian-Luca Baldi 
Tre canti per la fine del mondo
                                     
Requiem profano (2002)
                                                              


                                
I° - Le cave di Pagla —
II° - Il porto tragico di Mumiaq
III°- Apocalisse nella Spianata Nera


                             
I testi sono stati tratti, con libera riscrittura ed elaborazione, da tre diversi articoli usciti, nel corso degli ultimi anni, sulle pagine culturali del Corriere della sera: Bangladesh, a tre anni nelle cave di pietra (30 maggio 2001), di David Jiménez - A piedi nell'Aral, il lago diventato deserto (11 maggio 1998), di Maurizio Chierici - Bhopal, la morte silenziosa entrò di notte nelle case (venerdì 27 luglio 2001), di Dominique Lapierre e Javier Moro.



 Le cave di Pagla


oh piccolo Najmun, sei rimasto per undici ore
nello stesso posto, seduto seminudo a rompere i tuoi sassi, con i piedi nudi poggiati sulle pietre taglienti, lo stesso sguardo triste,
tutto ricoperto di polvere,
a fatica ormai riesci ad alzare le braccia e parli con un filo di voce, ma ripeti le parole del capoperaio "bango!bango!" (colpite! colpite!) ed è quasi buio
piccolo Najmun hai cinque anni e
lavori con i tuoi fratelli e con tuo padre
hai due occhi neri profondi e la bocca tesa in un'espressione da adulto

siete trecento in tutto
per la maggior parte bambini 
mezzo dollaro per cento sassi frantumati
nelle cave di pietra di Pagla
vicino all'affollata strada di Narayangonj
a mezz'ora dalla capitale Dhaka
nel cuore del Bangladesh







     Il porto tragico di Mumiaq


Una volta era un mare, distesa d'acqua salata
grande come mezzo Adriatico
per giungere ad Aral bisogna attraversare
500 km di terra proibita,
sparsa di diossina
dove si incontrano solo giganteschi relitti
delle avventure spaziali sovietiche
sul lago defunto sono le navi in secca nelle sabbie
lungo le quali si trascinano le carovane stanche
dei cammelli selvatici
un vecchio capitano sfiora con le  dita la ruggine
della fiancata della sua nave
ma è deciso
resterà solo una pozza
davanti al porto tragico
di
Mumiaq


Apocalisse nella Spianata Nera


Bhopal,  la notte del 2 dicembre 1984,
alla Union Carbide, i tre serbatoi del padiglione che produce il Sevin contengono, contro ogni norma di sicurezza, ancora 63 tonnellate di Mic, un gas letale che può innescare un'apocalisse in pochi secondi...


Padmini è una giovane sposa
questa notte balla
in omaggio agli dei
ringrazia Jagannath dei suoi doni
e balla per il suo sposo
e per tutti gli abitanti della bidonville
Padmini ha i sonagli alle caviglie
e martella a passi di danza la stuoia del mandap
sul quale si è sposata
si interrompe solo un attimo al suono della sirena lontana,
la sirena  della fabbrica,
ma è solo un istante e lei riprende la sua danza antichissima
il suo sposo Dilip batte sui tamburelli
la folla di invitati accompagna con grida:
il vah degli uomini e lo yu yu delle donne
poi arriva un odore pungente
qualcuno dice che sono peperoncini
ma i muggiti strazianti interrompono definitivamente la festa
il toro Nandi e le cinque vacche spuntano dal buio
come fossero ubriachi
vomitano una schiuma giallastra e hanno le palpebre gonfie
come palloncini che colano lacrime brucianti
poi stramazzano a terra
è l'una e trenta del mattino
sulla Spianata Nera ha inizio l'apocalisse








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