sabato 23 dicembre 2017

Temporalità non lineari nel cinema di oggi


Ho appena visto Dunkerque, e al di là di qualsiasi considerazione sulle qualità del film di Nolan, ne va sottolineata la particolare struttura narrativa 'temporale'. Il film è strutturato infatti lungo tre linee narrative diverse, ognuna ambientata in un determinato arco temporale: la prima linea comincia sulla terraferma e copre un arco temporale di una settimana; la seconda linea è ambientata in mare e dura un giorno; la terza copre un'ora di tempo e ha luogo nei cieli. Queste tre linee narrative si intrecciano secondo uno sviluppo non lineare.


E' uscito il nuovo numero di Prometeo col primo dei due articoli - Mantova e il madrigale - dedicati a Claudio Monteverdi, in occasione dei 450 anni dalla sua nascita.


Ieri ho ascoltato la musica del futuro





Ieri sera sono stato ad ascoltare tre dei cinque concerti di Mozart per violino e orchestra, eseguiti e concertati da Sonig Tchakerian, nella splendida Abbazia di Santa Maria delle Carceri, a Monselice con l’Orchestra di Padova e del Veneto. Da intenditore e adoratore di Mozart non posso che elogiarne il suono, il fraseggio, i tempi e l’anima di tutto il concerto, perfettamente e squisitamente mozartiani.
Ma, pur rispettandone lo spirito più profondo, proprio partendo da quella libertà incontenibile della musica mozartiana, la Tchakerian è andata anche leggermente oltre, aiutata in questo dalle cadenze di Giovanni Sollima, che creano dei cortocircuiti temporali, inserendo dei momenti contemporanei nella musica settecentesca, ma con perfetto garbo e fantasia, e senza soluzione di continuità, come la citazione del Tristano e Isotta di Wagner della Suite Lirica di Albang Berg, che compare e sparisce, senza fratture, ma perfettamente amalgamata col resto.
In questi momenti, a cavallo del tempo, si crea un piccolo miracolo e la musica del futuro sembra apparire. Merito senza dubbio del prodigioso Mozart che riesce ad essere ancora attuale dopo duecentocinquant’anni, ma merito anche di Sollima e della Tchakerian. E questi momenti sembrano suggerirci che la musica del futuro dovrà essere inevitabilmente cantabile e piacevole, giocosa direi, ma al tempo stesso profonda ed elegante, e soprattutto unitaria. Dovrà riuscire nel miracolo di fondere insieme mondi distanti senza dare l’impressione del collage, dell’appicicaticcio, della citazione, dovrà pensare ma con leggerezza. Ed in questo sarà enormemente lontana dalla maggior parte di quello a cui siamio abituati oggi. Perciò non posso che ringraziare Sonig, Giovanni e Wolfang del regalo che mi hanno fatto ieri sera, lasciandomi intravedere speranza e luce di un cammino diverso.
Chiudo approfittando di una citazione utilizzata da un film su De Andrè che uscirà a gennaio, rubata al pirata inglese Samuel Bellamy, «Io sono un principe libero e ho altrettanta autorità di fare guerra al mondo intero quanto colui che ha cento navi in mare», pur non avendo, aggiungo io, che una piccola zattera, fatta del legno dei sogni e delle foreste incantate .