sabato 7 dicembre 2019

Il brodo primordiale


Il brodo primordiale - Ancora una riflessione sulle critiche più frequenti al movimento delle Sardine – Lettera aperta a Sallusti e alla Gruber e all’articolo del Giornale di oggi: Non bastano le piazze, dite cosa volete fare

Tornando alla trasmissione di La7 del 5 sera, vorrei cercare di chiarire il perché, secondo me, le due critiche che vengono rivolte più frequentemente alle Sardine appaiono ingiuste e fuori luogo.
1 – Un movimento di piazza, o popolare che dir si voglia non è una proposta politica. Può diventarlo, ma non nasce con questo spirito. Sta al di qua del vetro, guarda gli attori ed i protagonisti del palcoscenico politico dalla ‘platea’ e cerca di comunicare con loro, sia per spronarli e guidarli che per criticarli, cercando di intervenire su alcuni argomenti specifici.
Ha fatto benissimo Rita Licata a citare alcuni movimenti del passato. Avrebbe avuto un senso chiedere a coloro che scendevano in piazza contro la guerra in Vietnam cosa ne pensassero di argomenti di finanza?  Non solo Sallusti, ma anche la Gruber si sono messi a chiedere a Mattia cosa ne pensasse dell’Ilva o del MES e Mattia ha fatto benissimo a non rispondere. Perché nelle piazze che si stanno affollando di Sardine in queste settimane in Italia, probabilmente ci sono persone che la pensano anche diversamente su questi temi, o forse non hanno ancora sviluppato un’opinione a riguardo. Sta a colui che decide di candidarsi alle elezioni presentare un programma e dare indicazioni su come affronterebbe tutta una serie di problemi. Chi è in platea fischia il tenore stonato o il direttore che non tiene il tempo, ma questi non possono invitarlo in platea a far meglio di loro! Devono assumersi la responsabilità del loro fiasco. Le Sardine reclamano un qualcosa che riguarda tutti i partiti politici, un richiamo a certi valori e a certi principi che devono essere condivisi da tutti. Una delle prime parole d’ordine del movimento è stato contrastare il clima di odio e far uscire le persone dalla realtà virtuale delle chat per riportarle fisicamente in piazza. Caro Sallusti, io sono sicuro che lei abbia perfettamente presente queste differenze, ma per portare avanti la sua guerra mediatica contro le Sardine deve sapientemente ignorarle. In questo modo sarà più forte e decisiva la sua opera di persuasione. Ma un’opera di persuasione dovrebbe essere condotta sulla base di principi di verità, di informazioni esatte e non deformate. In questo momento lei si sta invece comportando come un avvocato che deve difendere un cliente che sa essere colpevole, ed è quindi costretto a forzare la realtà per truccare le carte in tavola. Intendo dire che lei è perfettamente consapevole, ne sono sicuro, che le critiche che sta rivolgendo alle Sardine sono pretestuose. E allora mi chiedo: è eticamente corretto tutto ciò?
2 – Le idee delle Sardine
Altra critica frequentissima: le Sardine non hanno idee? Ma è proprio così? Non credo, anzi, non mi pare proprio. Queste sono alcune delle idee che sono emerse fino ad oggi:
a – Crediamo nella Costituzione in Italiana, se non la migliore del mondo, la migliore per un paese come il nostro. Crediamo nei valori che hanno fondato il nostro Stato repubblicano e nel 25 aprile, e per questa ragione cantiamo Bella ciao, che non è una canzone comunista, ma la voce genuina di un popolo che si ribella contro la dominazione nazi-fascista (per questa ragione è stata una tristezza vedere un ministro della Repubblica rifiutarsi di festeggiare il 25 aprile. Ci auguriamo che non accada mai più). Una costituzione che da sempre è sotto attacco da destra e da sinistra, in particolar modo mi riferisco alle proposte per una Repubblica presidenziale (uno dei punti chiave della P2 di Gelli), per la riforma del Senato, per la riduzione dei parlamentari. Personalmente credo nel Bicameralismo e mi dispiace molto che si sia votato per diminuire i parlamentari. Li avrei anzi aumentati, ma facendoli guadagnare molto meno.
b  - Siamo molto preoccupati dei rigurgiti di razzismo, neofascismo e neonazismo che stanno caratterizzando questi anni. I segnali sono preoccupanti e ancor più preoccupante degli arresti di gruppi armati ed organizzati, dei professori universitari che inneggiano al nazismo e di donne che si autodefiniscono ‘la segretaria di Hitler, di coloro che vanno a rendere omaggio alla memoria del Duce a Predappio e di chi si dice scandalizzato di sentir dire che Gesù era ebreo, o di chi sostiene che un’ebrea o un africano non potranno mai essere italiani, molto più preoccupante di tutto questo è assistere a delle forze politiche che ripetono lo stesso errore di sempre, e come apprendisti stregoni, evocano queste forze, le blandiscono, ci si mescolano, credendo di dominarle. Ma la storia ci insegna che queste forze, una volta destate e lasciate ingrandirsi e prosperare, sono indomabili. Se alcuni leader politici credono di star preparandosi il terreno per poter poi prendere i pieni poteri, si sbagliano. Dietro di loro ci sono persone ben più intelligenti, determinate, abili e malvage, che li scalzeranno. A tutto questo si aggiunge che nel mondo di oggi, se applicheremo la tecnologia 5G e dovesse instaurarsi un regime autoritario, sarà la fine, perché un simile governo avrà modo di controllare ogni nostro singolo colpo di tosse, tutto quello che facciamo, i libri che leggiamo, i programmi che vediamo, le persone che incontriamo…
c – Grande e semplicissima idea chiave del movimento e di Mattia Sartori: la realtà di oggi comporta problemi complessi ai quali va data una risposta complessa. Sembra una banalità, ma in realtà è una idea fondamentale e fondante. E riporta la competenza al centro, la necessità di essere informati, di studiare. Abbiamo bisogno di una classe dirigente tanto onesta, quanto colta e preparata. Se scaviamo sotto a questa idea, in realtà troviamo un tesoro. Perché questo significa affrontare in maniera totalmente diversa i problemi della politica. Significa non chiedere a un sondaggio o ad una piattaforma informatica, che nella maggior parte dei casi sfrutta la pancia delle persone, se si vuole la TAV o meno. Significa creare un gruppo di persone competenti che affrontino con lucidità e serenità la questione e magari lo illustrino in un programma ben condotto alla Piero Angela o alla Milena Gabanelli, in cui si chiarisca bene agli italiani quali sono i termini del problema. E’ mai stato fatto niente di simile? Nel mio campo, ad esempio, i Conservatori di musica, posso dire che manca totalmente una seppur minima competenza e capacità di comprendere da parte di coloro che devono prendere delle decisioni. Ci sono politici che da anni ‘transitano in fretta e con disattenzione’ non riuscendo minimamente a capire i termini del problema. Nel migliore dei casi lasciano tutto come sta, che è sempre meglio di far dei guai. Ma questa situazione andrebbe cambiata radicalmente. La cultura e il sapere sembrano essere diventati una colpa, qualcosa di cui vergognarsi. Eppure abbiamo generazioni di ventenni e trentenni tra le più preparate che si siano mai avute in passato. Sfruttiamole. Al Ministro dell’ambiente è mai venuto in mente di chiamare un gruppo di neolaureati in chimica per proporre sostituti alternativi alla plastica non riciclabile?
D – Da questo punto consegue direttamente il seguente. Con la propaganda non si risolvono i problemi. L’emigrazione, ad esempio, è un problema enormemente complesso. L’ex-ministro degli Interni avrebbe potuto continuare a fare il suo lavoro per mille anni senza risolvere assolutamente nulla. Chiudere i porti alle Ong mentre migliaia di sbarchi clandestini avvenivano alle sue spalle e soprattutto non affrontare il problema dell’accoglienza e dell’integrazione alla radice, vuol dire non fare nulla. E vuol dire preparare in Italia un futuro nel quale le nostre città saranno divise in ghetti ribollenti d’odio e in confronto alle quali l’Alabama degli anni Cinquanta sarebbe un esempio di pace e integrazione. Qual è l’idea di futuro che hanno queste persone? Si rendono conto di che tipo di governi siano quelli che sembrano tanto ammirare come la Russia o l’Ungheria?  Dove non esiste più non solo la libertà di stampa ma anche di parola e di pensiero? Qual è la società che hanno in mente, dopo i pieni poteri, dopo la Repubblica presidenziale, dopo il prima gli Italiani? E dopo?
Siamo preoccupati, siamo molto preoccupati e non ci sentiamo rappresentati da nessuna classe politica veramente. Ecco, solo alcune delle idee emerse in queste settimane e le ragioni che hanno spinto tanti di noi, di qualsiasi età e di diversi credi politici, a scendere in piazza, in alcuni casi anche per la prima volta.
Se questo fermento è poi una sorta di brodo primordiale dal quale un giorno nascerà la vita, vale a dire una proposta politica, chi può dirlo ora? È forse più chiaro adesso signor Sallusti?


giovedì 5 dicembre 2019

Parliamone

Ascoltando LA7... oggi 5 dicembre, ore 21
Possibile che nessuno capisca il senso di questo movimento???
Per favore, fatemi parlare con Sallusti e spiegarglielo con calma
Fatemi parlare del disagio che provo da mesi se non da anni
per un modo di fare politica che non accetto, del mio disagio nei confronti delle parole che vengono usate, delle menzogne, di una propaganda di matrice goebbelsiana, dalla violenza. Fatemi parlare del diritto di sognare una politica nella quale, qualunque idea si abbia, che si sia di destra, sinistra o centro, ci siano dei fondamenti comuni di rispetto, di correttezza, di trasparenza e principi democratici e antifascisti condivisi. Fatemi parlare della necessità di un metodo di discutere per affrontare i problemi e la complessità. Non semplicemente un dire, ad esempio, MES sì o MES no, E' sedersi intorno ad un tavolo e studiare con attenzione le carte e discuterne senza insultarsi... E' tanto difficle capirlo?