sabato 4 dicembre 2021

Suicide by the sea - Crying/screaming Madrigal

Mettersi in gioco e fare quello che nelle arti figurativa fanno già da molti decenni: arte con se stessi, con pezzi vivi della nostra carne e del nostro sangue. Si pensi solo a Marina Abramović.

Questo è quello che ho cercato di fare con Suicide by the sea

Tirare fuori il dolore e mettermi in gioco.

Andare in studio ed aspettare il momento in cui sarei riuscito a farlo:

Ne sono uscito emotivamente e fisicamente provato, ma alla fine sono riuscito a far emergere il dolore vero, come un flusso di sangue bollente che sgorga dalla gola, un urlo di dolore che pescava nel profondo, tanto della mia vita quanto di tutta l'umanità, perché, come scrive Edgard Morin, l'artista è quanto di più vicino sia rimasto nella società di oggi alla figura dello Sciamano.

Per il resto, che importa se non sono un pianista e ho suonato io il pianoforte (tastiera elettrica e clavicembalo elettrico), se ho usato la mia voce e non sono un cantante, se ho suonato la chitarra elettrica e non sono più un chitarrista ormai, anzi, ciò costituisce l'essenza stessa di questo brano che avrebbe acquistato un significato completamente diverso se affidato a professionisti.


Timbro liquido

Un discorso a parte meriterebbe il timbro liquido. L'idea che uno strumento si trasformi gradualmente in un altro. Il pianoforte trascolora gradualmente nel clavicembalo, come se provasse empatia per il mio dolore e si trasformasse. Per poi tornare per un attimo se stesso e fondersi infine col clavicembalo.


https://www.youtube.com/watch?v=BvWzH0Ux5dU