sabato 28 novembre 2015





Oggi, 28 novembre 2015...


Caro papà,

mi stupisco nel restare ancora ferito a fissare la macchinetta del caffè,
quando ne prendo uno a metà mattina, a casa,

e penso a tutti i caffè che ci facevamo nel corso della giornata, quando venivi a trovarmi.

Dicevi che sapevo prendermi cura di te,

il letto ben fatto, il brodo, le chiacchierate, e tutti quei caffè che ci facevamo, perché a te piaceva.

Passata un'oretta dopo l'ultima tazzina dicevi, ci facciamo un altro caffè?

E ci sedevamo ancora una volta intorno al tavolo di cucina a sorseggiarne un altro, e a parlare.

E il pensarci mi ferisce ancora, come fosse passato un giorno e non otto mesi.

Oppure quando esco di piscina e riprendo in mano il cellulare.
Anche questo mi ferisce.
Perché spesso trovavo le tue chiamate senza risposta.
"Vai sempre a nuotare...bravo", mi dicevi quando ti richiamavo.

E mi succede anche quando vado al cinema, al Porto Astra, proprio quel cinema che è stato arredato da una delle tante persone strambe con cui sei venuto a contatto e con le quali hai collaborato.

Non riesco a non pensare al Natale scorso, quando ti ho portato a vedere l'ultimo capitolo della saga dell'Hobbit.
E tu eri lì, in silenzio, che non capivi, tutte queste creature che si massacravano, elfi, hobbit, orchi, nani e altri mostri e non si capiva nulla, tantomeno chi fossero i buoni.
Eri lì accanto a me, col tuo sguardo un po' stupito e un po' comprensivo.

E mi stupisco di stupirmi. Perchè dovrebbe finire questo dolore?
Che senso avrebbe? E' possibile e giusto smettere di soffrire per la perdita di un genitore?

Cosa cambia se passano otto mesi o otto anni?

La realtà è sempre la stessa.

Una realtà che non si può accettare.

E resterà per sempre quel desiderio di tornarre in quel cinema con te, e di berci un caffè insieme, come da quarantaquattro anni mi porto dietro il desiderio di riabbracciare mio nonno, a cui penso ancora, come se non lo vedessi che da qualche anno...





                                                                        Con Pasolini






Gianvittorio Baldi
Bologna, 30 ottobre 1930 - Faenza, 23 marzo 2015





CINEMA

E' morto Gian Vittorio Baldi: «Nostro padre poeta e visionario, nel grande cinema come nel vino»

A 84 anni si è spento a Faenza il regista 

di Claudia Liverani
Ultimo aggiornamento: 




Baldi mostra una sua foto con Roberto Rossellini (foto Luca Di Giorgio)

Faenza (Ravenna), 25 marzo 2015 - Si è spento a Faenza, lunedì all’età di 84 anni, Gian Vittorio Baldi regista e produttore cinematografico, pluripremiato cineasta, ma anche creatore di vini straordinari come i Ronchi di Castelluccio, il primo a immaginare e a creare vini di altissima qualità nelle terre di Romagna.
Nato a Bologna nel ’30, Baldi regista e produttore già affermato, arrivò in Romagna a metà degli anni Settanta, lasciando la Roma della ‘Grande bellezza’ per rifugiarsi sulle colline di Brisighella. «Noi Baldi siamo bolognesi, e un po’ romani, ma mio padre aveva scoperto che la famiglia era di origine brisighellese – racconta il figlio maggiore Gian Luca – e su queste colline aveva girato il suo film più bello ‘Ultimo giorno di scuola prima di Natale’, per questo quando ha deciso di lasciare Roma si è rifugiato qua. Cercava forse una nuova armonia nella terra dei suoi avi e l’incontro fra la terra e un visionario hanno creato i Ronchi del Castelluccio». Vini straordinari, creati da un uomo di cinema trapiantato in Romagna, dove in quegli anni si produceva vino in quantità, ma nessuno pensava a vini di qualità. Eppure un Ronco del Castelluccio è stato servito al Quirinale ai coniugi Gorbaciov.
«Nostro padre era un poeta, un visionario e la cifra che legava le sue attività era la poesia: nel cinema, come nella pittura, negli scritti e nel vino. Un poeta con un grande amore per l’umanità». Autore, regista di documentari, film, allievo di Roberto Rossellini, produttore, anche di Pier Paolo Pasolini, Robert Bresson, vincitore con due cortometraggi di due Leoni d’Oro a Venezia, più recentemente aveva girato Zen a Palermo e poi nei primi anni Novanta ‘Nevrijeme Il Temporale’ un film visionario a Sarajevo all’epoca sotto assedio. «Vivo il cinema come una scelta di impegno civile – affermò in un’intervista di quegli anni – utopicamente come un mezzo per cambiare l’uomo e il mio Paese. Credo che ognuno abbia il dovere di vivere nel proprio tempo e portare il proprio contributo di chiarezza e di amore alla causa della pace e del progresso». «Un innovatore – ricorda Gian Matteo Baldi – un uomo che viveva e vedeva avanti, oltre il tempo. Un grande maestro per noi, e chi ha avuto la fortuna di lavorare con lui ha imparato moltissimo».
Ottantenne ha girato un ultimo film ‘Il cielo sopra di me’, in una zona perduta, quasi irraggiungibile del Brasile. E non hai mai smesso di dedicarsi ai giovani e alla loro formazione. Dopo l’esperienza di Hypermedia, università delle scienze multimediali a Faenza, a Bologna ha creato l’International Filmmaking Academy, con l’appoggio dell’università di Bologna dove per anni aveva insegnato filmologia. Lascia quattro figli Gian Luca, Gian Matteo, Gian Guido e Gian Tommaso. I funerali si svolgono lunedì prossimo, alle 10.30, a Brisighella nella Pieve di Tho.

di Claudia Liverani
RIPRODUZIONE RISERVATA







Oggi, 28 novembre 2015...


Caro papà,

mi stupisco nel restare ancora ferito a fissare la macchinetta del caffè,
quando ne prendo uno a metà mattina, a casa,

e penso a tutti i caffè che ci facevamo nel corso della giornata, quando venivi a trovarmi.

Dicevi che sapevo prendermi cura di te,

il letto ben fatto, il brodo, le chiacchierate, e tutti quei caffè che ci facevamo, perché a te piaceva.

Passata un'oretta dopo l'ultima tazzina dicevi, ci facciamo un altro caffè?

E ci sedevamo ancora una volta intorno al tavolo di cucina a sorseggiarne un altro, e a parlare.

E il pensarci mi ferisce ancora, come fosse passato un giorno e non otto mesi.

Oppure quando esco di piscina e riprendo in mano il cellulare.
Anche questo mi ferisce.
Perché spesso trovavo le tue chiamate senza risposta.
"Vai sempre a nuotare...bravo", mi dicevi quando ti richiamavo.

E mi succede anche quando vado al cinema, al Porto Astra, proprio quel cinema che è stato arredato da una delle tante persone strambe con cui sei venuto a contatto e con le quali hai collaborato.

Non riesco a non pensare al Natale scorso, quando ti ho portato a vedere l'ultimo capito della saga dell'Hobbit.
E tu eri lì, in silenzio, che non capivi, tutte queste creature che si massacravano, elfi, hobbit, orchi, nani e altri mostri e non si capiva nulla, tantomeno chi fossero i buoni.
Eri lì accanto a me, col tuo sguardo un po' stupito e un po' comprensivo.

E mi stupisco di stupirmi. Perchè dovrebbe finire questo dolore?
Che senso avrebbe? E' possibile e giusto smettere di soffrire per la perdita di un genitore?

Cosa cambia se passano otto mesi o otto anni?

La realtà è sempre la stessa.

Una realtà che non si può accettare.

E resterà per sempre quel desiderio di tornarre in quel cinema con te, e di berci un caffè insieme, come da quarantaquattro anni mi porto dietro il desiderio di riabbracciare mio nonno, a cui penso ancora, come se non lo vedessi da qualche anno...





                                                                        Con Pasolini






Gianvittorio Baldi
Bologna, 30 ottobre 1930 - Faenza, 23 marzo 2015





CINEMA

E' morto Gian Vittorio Baldi: «Nostro padre poeta e visionario, nel grande cinema come nel vino»

A 84 anni si è spento a Faenza il regista 

di Claudia Liverani
Ultimo aggiornamento: 




Baldi mostra una sua foto con Roberto Rossellini (foto Luca Di Giorgio)

Faenza (Ravenna), 25 marzo 2015 - Si è spento a Faenza, lunedì all’età di 84 anni, Gian Vittorio Baldi regista e produttore cinematografico, pluripremiato cineasta, ma anche creatore di vini straordinari come i Ronchi di Castelluccio, il primo a immaginare e a creare vini di altissima qualità nelle terre di Romagna.
Nato a Bologna nel ’30, Baldi regista e produttore già affermato, arrivò in Romagna a metà degli anni Settanta, lasciando la Roma della ‘Grande bellezza’ per rifugiarsi sulle colline di Brisighella. «Noi Baldi siamo bolognesi, e un po’ romani, ma mio padre aveva scoperto che la famiglia era di origine brisighellese – racconta il figlio maggiore Gian Luca – e su queste colline aveva girato il suo film più bello ‘Ultimo giorno di scuola prima di Natale’, per questo quando ha deciso di lasciare Roma si è rifugiato qua. Cercava forse una nuova armonia nella terra dei suoi avi e l’incontro fra la terra e un visionario hanno creato i Ronchi del Castelluccio». Vini straordinari, creati da un uomo di cinema trapiantato in Romagna, dove in quegli anni si produceva vino in quantità, ma nessuno pensava a vini di qualità. Eppure un Ronco del Castelluccio è stato servito al Quirinale ai coniugi Gorbaciov.
«Nostro padre era un poeta, un visionario e la cifra che legava le sue attività era la poesia: nel cinema, come nella pittura, negli scritti e nel vino. Un poeta con un grande amore per l’umanità». Autore, regista di documentari, film, allievo di Roberto Rossellini, produttore, anche di Pier Paolo Pasolini, Robert Bresson, vincitore con due cortometraggi di due Leoni d’Oro a Venezia, più recentemente aveva girato Zen a Palermo e poi nei primi anni Novanta ‘Nevrijeme Il Temporale’ un film visionario a Sarajevo all’epoca sotto assedio. «Vivo il cinema come una scelta di impegno civile – affermò in un’intervista di quegli anni – utopicamente come un mezzo per cambiare l’uomo e il mio Paese. Credo che ognuno abbia il dovere di vivere nel proprio tempo e portare il proprio contributo di chiarezza e di amore alla causa della pace e del progresso». «Un innovatore – ricorda Gian Matteo Baldi – un uomo che viveva e vedeva avanti, oltre il tempo. Un grande maestro per noi, e chi ha avuto la fortuna di lavorare con lui ha imparato moltissimo».
Ottantenne ha girato un ultimo film ‘Il cielo sopra di me’, in una zona perduta, quasi irraggiungibile del Brasile. E non hai mai smesso di dedicarsi ai giovani e alla loro formazione. Dopo l’esperienza di Hypermedia, università delle scienze multimediali a Faenza, a Bologna ha creato l’International Filmmaking Academy, con l’appoggio dell’università di Bologna dove per anni aveva insegnato filmologia. Lascia quattro figli Gian Luca, Gian Matteo, Gian Guido e Gian Tommaso. I funerali si svolgono lunedì prossimo, alle 10.30, a Brisighella nella Pieve di Tho.

di Claudia Liverani
RIPRODUZIONE RISERVATA