La Seconda Squadra ha il compito di consentire il passaggio tra il Primo ed il Terzo livello.
Non solo perché si tratta di due livelli assolutamente
differenti, ed i passeggeri vanno preparati:
questa è solo una delle due ragioni per cui esiste la
Seconda Squadra e il Secondo livello, un livello per così dire transitorio.
Ma anche perché la partenza dal Primo livello può
essere molto difficile ed in alcuni casi dolorosa.
Per questo la Seconda Squadra è così numerosa.
Dobbiamo essere pronti. Non avete nemmeno idea di come arrivano da noi. In
quale stato. Ma il nostro compito è di arrivare prima. Prima ancora che i
passeggeri abbandonino il Primo livello. Di essere già lì, con loro nel Primo,
ed accoglierli e portarli qui. Altrimenti ne perderemmo molti.
Il nostro compito è estremamente delicato. Abbiamo una
funzione curativa ed una ricostruttiva.
Perché il dolore può essere devastante. Noi dobbiamo
essere lì con loro ed essere pronti. Afferrarli nel preciso istante in cui
arrivano, dopo averli seguiti passo passo nel passaggio tra il Primo e Secondo
livello. Ma molti di noi li afferrano anche prima, per diminuirne il dolore.
Non sarebbe corretto, ma viene tollerato. I superiori lo sanno. E ce lo
lasciano fare.
Poi c’è il periodo di quarantena, durante il quale ci
prendiamo cura dei passeggeri e li facciamo guarire. Ma soprattutto ci
assicuriamo che l’immagine si
ricostruisca.
Lo so. È difficile da comprendere.
Molti obiettano: ma perché ricostruire ciò che si
perderà di nuovo? Ciò che è destinato a cambiare radicalmente per sempre, nel
Terzo livello? Che senso ha restituirgli l’immagine?
Ma senza di essa sarebbero perduti, e non
riuscirebbero ad essere traghettati fino al Terzo livello. Anche se là tutto
cambia. In una maniera così radicale da essere inconcepibile non solo nel
Primo, ma anche qui, nel Secondo livello. Non si può nemmeno immaginare quanto
diversa sia la realtà successiva.
Proprio per questo è importante l’immagine.
Noi li raccogliamo che sono feriti, frammentati,
decostruiti. Il passaggio è di per sé un trauma, anche quando è naturale, anche
quando non è doloroso. Ci si perde. Per molto tempo non si sa più chi si è, si
perdono i ricordi, si perde la consapevolezza del nostro io.
Se poi l’abbandono è stato doloroso, se poi è stato
molto violento, allora l’anima va letteralmente in mille pezzi. E bisogna
ricucirla insieme.
Ecco, questa è una buona definizione. Noi siamo
chirurghi dell’anima.
Ne ricuciamo pezzo per pezzo e la curiamo. L’abbandono
del corpo fa questo effetto. E si deve abituare. Soprattutto al momento non le
rimane niente. Sembra che con la dissoluzione delle cellule cerebrali, anche
tutto il nostro io e i nostri ricordi scompaiano.
Noi della Squadra Seconda siamo lì per ripescare dal
nulla tutto questo e ricomporlo.
E giorno dopo giorno l’immagine si ricostruisce, e loro sono pronti.
Pronti per il grande salto.
L’immagine
del loro io, del loro sé ricomposta e come rinata, è pronta allora alla nuova
partenza, alla nuova trasformazione.
Altrimenti sarebbe perduta, come un astronauta che
vaga alla deriva nello spazio, come un naufrago abbandonato su di un pezzo di
legno nel mezzo dell’oceano. Non resterebbe nulla di nulla.
E invece…
E invece resiste. Una volta che l’immagine si
ricompone, è pronta a qualsiasi trasformazione. Anche se non resterà niente di
ciò che era stata, quel nulla avrà una forma impalpabile, un’essenza, che le
darà una nuova fisionomia ed una nuova vita, in quel mistero assoluto che è il
Terzo livello.
A questo punto lo so. Arriva la solita domanda. Dopo
il Terzo livello ce ne sono altri?
M questo non lo sappiamo nemmeno noi. E poi tutto
sarebbe così diverso che non avrebbe nemmeno senso chiedercelo, dopo la
‘seconda morte’….


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