NETANYAHUST
Ogni epoca ha il suo tipo di Olocausto
"Non c'è classifica nel dolore"
Cardinale Matteo Maria Zuppi
NETANYAHUST
Ogni epoca ha il suo tipo di Olocausto
"Non c'è classifica nel dolore"
Cardinale Matteo Maria Zuppi
https://www.youtube.com/watch?v=V-S6GrwH6IQ
Il pianeta K2 - 18b possiede il 99,7 % di possibilità che ci sia vita, sostiene un team di ricercatori, mentre un secondo team mette in dubbio questa ipotesi. Ci vorranno 5 anni per dimostrare chi ha ragione.
K2 - 18b è solo uno dei tre pianeti ai quali abbiamo guardato dei 40 miliardi di pianeti potenzialmente abitabili della nostra galassia!
To see a world in a grain of sand
and a heaven in a wildflower
hold infinity in the palm of your hand
and eternity in a hour
William Blake, Auguries of Innocence
Estratto - Tratto da The Pickering Manuscripts, 1803
https://www.youtube.com/watch?v=rn9dkV4sVYQ
banana - moneta - bordo della moneta - waterbear - globulo rosso - batteri - virus buoni - virus cattivi - DNA - atomo
https://youtu.be/aBY7szC93JU?si=uWaktmxHE5Vx1Ggy
Stravinskij ascolta Flow my tears - Pavana Lachrimae di John Dowland
Prima di tutto bisogna dire che Ron Vara non esiste.
Ron Vara è l'anagramma del cognome di Peter Navarro ed è dietro il nome inventato di questo fantomatico grande economista, che Navarro si è nascosto per anni per giustificare la sua teoria dei dazi, teoria senza alcun fondamento economico e non più sostenuta da alcun economista americano.
Fu il figlio adottivo di Trump che, all'epoca del suo primo mandato, consigliò al padre il libro di Navarro, Death by China (2011).
Bisogna dire che Trump, convinto adepto dell'internazionale sovranista da tempo, già flirtava con l'idea dei dazi da decenni, ma quel libro lo fece innamorare delle "tariffs", la parola inglese da lui più amata insieme a God e Love.
Navarro è stato direttore dell'Ufficio delle politiche per il commercio e il manifatturiero degli Stati Uniti dal 2017 al 2021 ed è oggi Capo stratega della Casa Bianca e consigliere senior del Presidente degli Stati Uniti.
Una storia che ha qualcosa di molto attuale.
Un senatore che sostiene con vemenza la pretesa delle isole dall'Europa come rimborso per le spese militari sostenute dagli Stati Uniti, proprio mentre l'ultimo stato libero dell'Europa, l'Inghilterra, è sotto attacco.
Salvo poi scoprire che era nel libro paga dei Nazisti...
https://www.minnpost.com/national/2023/01/how-a-u-s-senator-from-minnesota-became-a-key-player-in-a-nazi-plot/
Avevo dimenticato le belle parole del giornalista Gabriele Ottaviani, che nel giugno del 2017 recensì il mio libro su Convenzionali
Quello di cui non vogliamo parlare, Gian-Luca Baldi, Giovane Holden. Nella longlist del premio Comisso. Il tempo ha durata diversa a seconda delle situazioni, anche se i minuti durano sempre sessanta secondi e un secondo è il tempo in cui la luce percorre più o meno trecentomila chilometri, anche se ogni sessanta minuti scatta un’ora e ogni ventiquattro ore scatta un giorno. Il tempo non è mai uguale a sé medesimo. Sornione, si fa beffe di noi che per colpa sua invecchiamo, lui che resta e rimarrà sempre e per sempre identico. E così il tempo di un funerale, dell’addio a un padre amato ma con il quale il rapporto non è riuscito mai a essere meno che estremamente conflittuale, in realtà diventa quello di una vita intera, fra andate e ritorni, salti avanti e indietro nella memoria di una coscienza che rompe gli argini e affronta tutte le domande rimaste senza risposta, tutti i dubbi, i tabù, le paure, i problemi, i silenzi, i rimorsi, i rimpianti, senza pietà né per sé né per gli altri, tutto ciò di cui, in definitiva, non si vuole parlare. Specie quando si ha un disperato bisogno di farlo. Un limpido esempio di prosa sopraffina che scava nei meandri più reconditi dell’anima.
Ecco il primo di una serie di 11 video he precederanno la pubblicazione integrale dell'opera
https://www.youtube.com/watch?v=mKxRNFYlJgU
Pubblico molto volentieri questa recensione, inviatami da un allievo di Biennio.
La trovo veramente molto bella e scritta molto bene.
*
30 e 31 gennaio 2025, Teatro Accademico di Castelfranco.
È messa in scena Sergej e la luna regina, opera-fiaba
in 5 quadri, su libretto e musiche di
Gian-Luca Baldi, regia di Marco Bellussi e direzione di Massimo Donadello.
Lo spettatore viene immediatamente avvolto da un'atmosfera
magica. Si avverte sin da
subito una musica essenziale e ricca di colore. L'intervallo
di quinta, più volte ricorrente,
dipinge una melodia pura e genuina, magnetica, che si
staglia per tutta la piccola
ouverture.
Fin dalle prime note e anche per tutta l'opera, la musica è
piena di freschezza ed i colori
sono tenui, “soffici”, determinati da intrecci di melodie
cantabili ma dal sapore originale, e
da “nuvole” di colore, addensamenti che creano climax.
La magia è sostenuta da un sapere cosmopolita: melodie
omofoniche e/o omoritmiche si
trasformano in un contrappunto rigoglioso che germoglia
lentamente e si lascia poi
piacevolmente evaporare; tinte impressioniste evocano
raveliani guizzi pianistici o
debussyane evanescenze all'arpa; “licenze estetiche” come
l'introduzione di due
canzonette rap, fuochi d'artificio che ben rappresentano la
ribellione del non voler
crescere, o come gli anagrammi, che regalano mozartiana
leggerezza al racconto.
Il discorso musicale e la trama sono fluidi: melodie e
parlato si alternano come inflessioni
di una stessa formula di incantesimo, in cui la luna regina
ci conduce verso l'assoluto
fiabesco del “tutto è possibile”, a patto che contenga
un'estetica dell'etica, dove niente è
per caso.
Pietro Dinetto