sabato 23 novembre 2019

Orfani


Orfani 

Ammetto che da molto, moltissimo tempo, vado a votare con un grande senso di disagio e di smarrimento. Questo disagio nasce essenzialmente dall’aver perduto una rappresentanza politica e quindi dal trovarmi di fronte ad una serie di proposte, nessuna delle quali soddisfa in alcun modo le mie richieste.

Un po’ come andare al ristorante e trovare nel menù solo piatti immangiabili. Cosa si può fare in quel caso? Ci si alza e si va via. Ma per un cittadino che deve votare questo non è possibile, a meno che non si decida di andare a vivere in un altro paese.

Da troppo tempo non sembra esistere più un vero partito di sinistra, ma non solo, da troppo tempo sono venute a mancare delle figure di riferimento, colte, preparate, animate da idee personali e solide, e non appoggiate sulle loro labbra, come il naso finto di un clown. Ricordo una cosa che disse una volta Lori Del Santo, certo non un’opinionista, né una sottile pensatrice e politologa, tuttavia quello che disse di Rutelli mi colpì per l’acutezza e la verità delle sue parole: quando Francesco Rutelli parla si ha l’impressione che ci sia un ventriloquo a mettergli in bocca le parole, che quelle parole non siano sue, che non ci creda minimamente.

Ecco, troppo spesso i politici sembrano dire cose cercando di piacere, cercando di indovinare quello che noi vorremmo sentire, ed in questo arrivano sempre troppo tardi, e non sono per nulla convincenti.

Per questa ragione in questo momento, ma in fondo da tanto tempo, mi sento un orfano. Non esiste un partito nel quale possa riconoscermi. E per questa ragione guardo al movimento delle Sardine con profondo affetto e vicinanza, nonostante la grande differenza d’età che separi me dai suoi organizzatori.

Siamo tutti orfani. Può capitarci di votare, alla fine dobbiamo fare qualche scelta, per questo o quel partito, ma lo facciamo con tristezza e rassegnazione, con la sensazione di avere sempre il dovere di scegliere il meno peggio, ma con la consapevolezza anche di avere il diritto di qualcosa di diverso.

Qualcosa di diverso che in questo momento non può esprimersi in un nuovo partito – ce ne sono già troppi di nuovi (e di vecchi), ma che si manifesta oggi come un’onda inarrestabile che intende far sentire la propria voce e gridare gentilmente il proprio credo nella costituzione italiana, nell’antifascismo, nella non violenza e nella solidarietà, nell’attenzione all’ambiente e ai diritti dell’uomo ma anche del pianeta e degli animali. Nella necessità di riportare il rispetto, la serietà e la competenza, nell’ambito politico, nel fermo desiderio di combattere una propaganda condotta con grandi finanziamenti e senza scrupoli, di matrice goebbelsiana.

Per adesso non chiedete a questo meraviglioso movimento spontaneo di giovani di più. Non chiedete per chi votino, perché se sono scesi in piazza è anche perché chi dovrebbe farlo per loro, di rappresentare la loro voce degnamente, non lo fa. Non provocateli con domande tendenziose e a trabocchetto. Rispettate la loro buona fede e la loro giovinezza.

Ma rispettate anche tutti quegli italiani che si sentono orfani di una rappresentanza politica, ma sono animati da ideali forti e da una profonda etica della politica, e sono milioni.



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