Noi abitanti della penisola italica, una volta patria di coloro
che inventarono il diritto e con i quali, almeno a detta del DNA abbiamo ben
poco a cui spartire, abbiamo inventato un nuovo tipo di concezione giurisprudenziale,
sintetizzata dal motto: la legge è legge, ma… anche definita dagli esperti di
diritto internazionale la legge elastica.
La legge è legge, ma… il limite di velocità è 90, ma se ho
fretta, se mi sto annoiando, se sono arrabbiato, allora posso andare più
veloce.
La legge è legge, ma… la pista ciclabile è riservata alle
biciclette, ma se non so dove parcheggiare il mio SUV, me ne frego.
La legge è legge, ma… devo pagare le tasse, ma se ritengo
che me ne facciano pagare troppe, se quest’anno devo comprare la barca a mio
nipote, allora magari non le pago.
E così in un crescendo esponenziale e drammatico che arriva
fino a conseguenze ben più gravi e nefaste:
La legge è legge, ma… sono tenuto per legge a verificare il
buono stato di ponti e strade, e attivarmi immediatamente se sono consapevole
che un ponte è a rischio di crollo, ma se costa troppo, se in quel momento ho
altro da fare, se l’impegno di provvedere a questa emergenza è tale da sconvolgermi
la vita, bè, allora aspetto un po’, passo la patata bollente a qualcun altro e
confido sulla buona provvidenza…
Ecco. Questa è la legge elastica.
Tuttavia, per quanto detentori del brevetto mondiale di
questa innovativa concezione, noi Nuovi Italici, siamo i primi oggi ad esserne
stufi. Abbiamo un desiderio di legalità profondo (per la verità intermittente e
generalmente purtroppo limitato agli altri…).
Siamo stufi del senso di impunità che hanno i potenti. Del
fatto, ad esempio, che uomini senza scrupoli che si sono macchiati di frodi
gravissime ai danni di migliaia di
persone, come i bancari, sono ancora al loro posto. E per questo i Cinque
stelle hanno avuto tanto successo.
E siamo stanchi delle licenze che alcune zone franche ed
emarginate della società sembrano possedere. Le condizioni igieniche dei campi
nomadi e il loro apparire al di fuori di qualsiasi legge, lo
spaccio ovunque e comunque, una illegalità diffusa alla quale non sembra esserci
freno. E da qui il successo della Lega.
Ora, queste due forze oggi governano e da costoro tutti si
aspettano che la legalità venga ripristinata.
Che si faccia ben capire a tutti i migranti che arrivano
che in Italia la legge esiste, che non è elastica, che è giusta ed è uguale per
tutti, e che loro devono rispettarla, dal primo istante che mettono piede sul
nostro paese. Loro, come chiunque altro.
Ma come possiamo mai spiegare a tutti questi stranieri che
arrivano o già sono qui che la legge è legge, se siamo noi i primi a violarla?
Se il primo a violarla è proprio colui che dovrebbe farla rispettare,
fraintendendo clamorosamente il significato del suo mandato elettorale, del suo
ruolo, e il senso stesso della vita democratica di un paese?
Il mio è un appello al ministro degli interni. Cerchi di
studiare bene le regole del gioco al quale sta partecipando, che si chiama Democrazia.
Che si chiama Costituzione italiana. Che si chiama divisione dei poteri e che
niente e nessuno può autorizzare a violare la legge, tanto meno un mandato
elettorale.
La smetta, ogni volta che è intervistato, di guardare
dentro la telecamera rivolgendosi a tutti gli italiani, come se questi lo
avessero votato in massa. Ha preso circa sei milioni di voti, tanti, ma comunque
una piccola fetta… E in ogni caso nessuno le ha dato mandato di violare la
legge, al contrario di farla rispettare!
Si occupi della diffusa illegalità che ci circonda. Quei
poveracci prigionieri di una nave meritavano davvero tutto quel clamore, tutto
quell’interesse mediatico, dovevano davvero essere strumento per fomentare odio
e consenso elettorale?
Guadagni il suo consenso elettorale invece dimostrando che
tutti devono rispettare la legge, a cominciare d lei, fino su su al più grande
banchiere e politico, industriale e uomo di successo, e giù fino ai cosiddetti 'ultimi', che per il
fatto di essere ultimi non possiedono alcuna dispensa dal dovere di rispettare le leggi.
Ma se lei è il primo sostenitore ed, ahimè, attuatore della legge
elastica – la legge è legge, ma… io sono ministro e sono stato votato quindi
faccio come mi pare – che speranza abbiamo?
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