Quasi tutti hanno sentito parlare di Ilaria Alpi. Vicino alla mia via
ci sono perfino due strade intitolate a lei nel giro di meno di un
chilometro (in due comuni diversi), una proprio davanti al mio portone
di casa. Quasi nessuno sa invece chi è Mario Tchou, ingegnere
informatico dell'Olivetti.
E cosa lega questa donna e quest'uomo, a parte il fatto di essere morti entrambi prima di compiere i quarant'anni?
Intanto Ilaria e la secondogenita di Mario Tchou, Donata, sono state molto amiche dai tempi del liceo.
Ed entrambe, Ilaria e Donata, erano mie compagne di classe al Lucrezio
Caro, liceo classico di Roma a due passi da dove più di 25 anni dopo
sarebbe sorto il Parco della Musica.
Ilaria fu anche la mia grande
cotta del liceo. Un amore mai corrisposto, ma una vera amica per gli
anni del ginnasio e i primi del liceo, con cui condividevo le idee
politche e la visione del mondo.
Sapere pochi anni fa che la sua
morte sarebbe attribuibile ai servizi segreti americani è stato
terribile, anche se non una sorpresa vera e propria... Diversi articoli
uscirono tra il 2015 e 2016 a questo proposito.
Ma l'altra sera ho scoperto qualcosa che mi ha sconcertato ancora di più.
Una scrittrice americana di 89 anni ha appena scritto un libro
sull'Olivetti e la scomparsa di Adriano Olivetti (1960) e quella ben più
misteriosa di Mario Tchou (1961).
Ancora meno persone sapranno che
il primo computer da tavola fu creato dagli italiani: "In diciotto mesi
l'Olivetti raggiunse e superò l'IBM e vendette oltre 40 mila esemplari,
una decina anche alla NASA che li utilizzò per l'allunaggio dell'Apollo
11". La scomparsa dei due uomini bloccò la nascita di un colosso
italiano dell'informatica. Ma oggi questa signora, Meryle Screst,
sostiene che le due morti non furono accidentali e vanno attribuite ai
servizi segreti americani.
Ilaria e Donata, due amiche la cui vita
fu sconvolta dalla CIA. La prima ne ebbe la vita stroncata a 33 anni, la
seconda perse il padre prima ancora di nascere. Ilaria e Donata, due
mie care compagne di classe...