Ho cominciato a scrivere canzoni o meglio, tentativi maldestri di scriverne, pochi mesi dopo aver preso una chitarra in mano.
Il bisogno di scrivere e di cimentarmi in questa forma è sempre stato impellente.
Non è da tanto, tuttavia, che sono riuscito a liberarmi di tutti i freni inibitori che la mia generazione porta con sé, soprattutto per chi dovrebbe appartenere al mondo classico e invece si sente al tempo stesso un canzonettaro.
Direi che è dal 2020, da quando ho conosciuto mia moglie Manuela, che ho cominciato a prendermi molto sul serio.
Le ragioni in realtà sono tante oltre alla mia storia d'amore che ha dato un nuovo impulso alla scrittura: l'essere vicino ai sessanta, che mi ha spinto a dedicarmi con tutto me stesso a ciò che desideravo fare da tanto tempo; la fine amara di due collaborazioni (con Prometeo e col Festival MITO), che mi assorbivano un'incredibile quantità di tempo e di studio; la collaborazione estremamente fertile e ricca col mio amico Franz Fabiano, un vero genio nel suo campo e un collaboratore insostituibile.
Oggi, a cinque anni dal 2020, posso dire di aver conseguito il mio Diploma di secondo Livello in Song writing con due diverse canzoni. Una di cui ho già parlato, dedicato alla mia Trilogia fantasy , la seconda una canzone nata inaspettatamente questa estate e in cui porto a pieno compimento la mia idea di canzone madrigale.
Non ci si improvvisa song writer, e io posso dire di aver impiegato tutta una vita a diventarlo.
La canzone di cui sono davvero fiero è
That's The Nature of Love, e uscirà a breve sulle piattaforme musicali.
Una canzone sulla fragilità in amore, soprattutto dell'uomo.
Grazie ancora a Sharon Avigliano e a Franz.
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