Ci sono voluti esattamente vent’anni, dal 2004 al
2024, per trasformare una piccola e ingenua fiaba come Sergej e la Luna
Regina, in una vera e propria Opera Fiaba, vale a dire in un'opera per il teatro musicale. Una Märchenoper, come la definiscono i
tedeschi e il termine porta con sé tutto il prestigio e l’importanza che questo
genere riveste per il mondo germanico. Questa versione dovrebbe essere rappresentata nella
primavera del 2025.
Sergej e la Luna Regina, una storia che prende spunto dalle vicende di Sergej Prokof'ev adolescente per poi lanciarsi nel regno del fantastico e del magico, non era solo un testo naïve accompagnato da una decina di canzoni, ma era la mia vera e propria prima esperienza con la scrittura, se non si considerano gli esperimenti giovanili con le poesie e qualche racconto. Una fiaba nata con mia figlia e per mia figlia che allora aveva sei anni, senza ambizioni e, soprattutto, condizionata da quel virus terribile e letale per un artista di cui soffrivo allora, un virus che mi impediva di prendere troppo sul serio fiabe e canzoni. Le facevo quasi col senso di colpa, un po’ di corsa per non sprecare tempo per le cose più serie. Nata col desiderio di farne un libro da leggere ed ascoltare, come poi fu, e nient’altro.
Tuttavia, per quanto fosse così dilettantesca nella scrittura e ingenua, doveva avere qualche buona idea, perché quella storia mi ha accompagnato in questi vent’anni, continuando a crescere e ad evolversi, fino a maturare e divenire una vera e propria opera per il teatro. Le idee si sono aggiunte negli anni, spontaneamente, così come i numeri musicali.
Cos’è che, anno dopo anno, l’ha fatta diventare una
vera Opera Fiaba?
Prima di tutto, il testo, il libretto. Oggi un vero
testo teatrale. Allora, nel 2004, non avevo esperienze teatrali. Oggi, dopo otto
fiabe in musica, uno studio e un’attenzione continua al mondo dell’opera, dopo
esperienze importanti di narrativa tra cui cinque romanzi, Luna Regina diventa il punto di arrivo di tutte queste esperienze.
È cresciuto lo spessore dei personaggi, fondamentale
per dare solidità alla storia. Ad esempio il cosacco di pezza Misha, divenuto
quasi il protagonista della storia.
Sono venuti poi alla luce tutti i temi più o meno
nascosti che la storia conteneva, che hanno acquisito una piena realizzazione e
chiarezza. Il divenire grandi, il ruolo della creatività e della fantasia nella nostra vita, il distacco dalle persone che si amano, tra questi.
E poi la musica, naturalmente.
Le canzoni che accompagnavano Luna Regina non
erano tutte dello stesso livello e, soprattutto, erano piuttosto slegate, nate
separatamente le une dalle altre.
La partitura odierna, oltre quaranta minuti di musica,
presenta invece un tessuto assolutamente unitario, in cui, se da una parte sono
due i temi generanti (uno dei quali di Prokof'ev), ricchissimo è il numero di
temi secondari e rielaborazioni e trasformazioni del materiale di base.
In questa estate del 2024, parallelamente al compimento di questo viaggio durato vent'anni, si è compiuto un altro piccolo miracolo. La stesura di un nuovo libretto per il teatro musicale al quale pensavo da dieci anni e per il quale avevo letto, studiato e pensato a lungo. Ma di questo parlerò nelle prossime settimane.
Lavori per il teatro musicale
1. Sergej e la Luna Regina (20004-2024) - Autore di musica e libretto
La fiaba è edita dall'Anicia, Roma 2004, con le illustrazioni di Carlo Montesi.
2. Il brutto anatroccolo (2004-2006). Autore della musica e di una nuova traduzione dal danese del testo originale di Handersen. Versione teatrale e melologo per voce e pianoforte. Il melologo è stato edito dall'Anicia, Roma 2006. Milena Vukotic, voce narrante, Angela Annese, pianoforte. Disegni di Amélie Dufour. Prima esecuzione della versione operistica: Torino, Piccolo Regio, ottobre 2006. Prima esecuzione del melologo: Roma, Parco della musica, 2005.
3. Oiche Shamnha, ovvero la vera storia di Hallowe'en, con Kay MacCArthy (2008). Coautore di testo e musica. Anicia, Roma 2010. Disegni di Cristiana Cerretti. Prima esecuzione: Torino, Piccolo Regio, 2008.
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