domenica 3 novembre 2019

Tristezza programmata - Sad by design

"La tristezza di cui soffriamo è onnipresente, diffusa, la teniamo in mano insieme allo smartphone. Non si tratta di un sentimento solo individuale ma collettivo, perché è progettato già all'intenro delle applicazioni che usiamo ogni giorno: affrontarlo è una sfida sociale, culturale, politica. Ne scrive Geert Lovink, fondatore dell'Institute of  Network Cultures di Amsterdam, che sarà ospite a Torino nella prima edizione dle festival della tecnologia (7-10 novmbre). Tra i massimi studiosi della Rete, Lovink è autore di Nichilismo digitale (Bocconi editore). Un viaggio dentro l'architettura informatica, il manufatto contemporaneo più capace di rivelare la cultura della nostra epoca. Sostiene Lovink che all'attuale stadio  di sviluppo di internet abbiamo a che fare con infrastrutture e sistemi centralizzati che chiamiamo piattaforme e che sono completamente opposte alla precedente idea di architettura informatica. La piattaforma è infatti l'esatto contrario della rete, la quale è per definizione decentralizzata e distribuita". Dall'articolo di Federica Colonna su Lettura del 3 novembre 2019.
Oggi ne sappiamo di più, grazie ad una consistente ascesa delle 'talpe' e dei whistleblowers, prosegue l'articolo, che hanno denunciato tecniche e dettagli sul modo in cui la tristezza viene prefrabbricata. "Queste persone hanno contribuito a sottolineare la rilevanza delle neuroscienze e del comportamentismo nella progettazione delle piattaforme e nelle tecniche per aumentare la dipendenza delle persone, ad esempio col meccanismo dei like. 



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