Frammenti di anima
La
narrazione fantastica è esattamente il contrario, è filtrare tutto ciò che è
momentaneo, passeggero, che è sovrastruttura, personale, il qui ed ora, e –
scavando – andare a cogliere l’universale, l’eterno, quello che resterà per
ogni uomo e ogni donna, e che non diventa carta straccia di giornale pochi
giorni dopo.
E lo fa
col linguaggio delle nostre stanze interiori. Dei nostri tunnel sotterranei.
Soprattutto
perché, e forse questa è la cosa determinante, noi non siamo una specie che
vive semplicemente nella realtà. Siamo come degli anfibi, con il muso fuori
dall’acqua, nel reale, ma la maggior parte del corpo immersi in un’altra
dimensione, la dimensione virtuale dei nostri ricordi e delle nostre emozioni.
Forse
questo modo strano di vivere sospesi, tra dentro e fuori, tra presente, passato
e futuro, appartiene già ai mammiferi. Forse lo fanno anche i gatti, o i cani.
Il cane aspetta il suo padrone. Se egli è lontano, vive solo in parte nel luogo
in cui sta il suo corpo, e per il resto è là dove sta il suo padrone.
Quando noi
siamo al lavoro, in treno o per strada, siamo sicuri di essere proprio lì, con
tutti noi stessi?
Non ci
portiamo dietro tutta la nostra vita, la nostra casa, i nostri affetti, non viviamo
la nostra giornata stando ben poggiati sul nostro passato, e con la testa già
rivolta al nostro futuro, pensando a quello che accadrà la sera, la notte, e
magari il giorno, la settimana e il mese dopo?
La parte
di noi che vive nella realtà nella quale siamo immersi è davvero piccola. E
quando succede che invece siamo con la persona amata, esattamente nel luogo in
cui vorremmo essere, desiderando che il tempo si fermi, allora quella
sensazione di essere quasi tutti lì, nell’istante presente, nell’attimo e di
viverlo a pieno, è davvero particolare, unica, straordinaria. E rarissima.
La Rowling
ha avuto un’intuizione geniale quando ha parlato di ‘horcrux’. Frammenti di
anima. Che Voldemort nasconde in tanti oggetti diversi per divenire immortale. Ma
nella vita reale l’anima non ha bisogno di compiere qualcosa di orribile, come
un omicidio, per frammentarsi.
Qui una
volta di più la narrazione fantastica dimostra di avere intuizioni profonde e
geniali che partono dalla nostra realtà interiore.
L’anima si
frammenta naturalmente nel corso della vita, lungo la strada. Spontaneamente
produce i suoi horcrux.
Ma i suoi
frammenti non si nascondono in oggetti intorno a noi, rimangono invece impigliati in alcuni ‘momenti di tempo’, che
appartengono al nostro passato..
Io, ad
esempio, sento ben distinto quel frammento della mia anima che è rimasto fermo
ai miei cinque anni, nella casa dei miei nonni materni, a Roma. Io sono con una
parte di me ancora lì con loro, insieme a tutte quelle risate che non finivano
mai legate a quell’uovo alla coque stracolmo di sale perché la saliera si era
rotta, mentre aspettavo che passasse a prendermi mia madre dopo il lavoro. E
percepisco quell’altro frammento che è rimasto aggrappato agli anni in cui mia
figlia Arianna era nata da poco, ed il mondo sembrava ‘perfetto’. Oppure
quell’altro, ancorato per sempre alla casa in Sardegna, e a quella scogliera. E
ce ne sono altri, tantissimi altri.
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